Apertura in forte calo per le borse europee. Crolla il prezzo del petrolio dopo mancato accordo a Vienna. Spread Btp/Bund sale a 213 pts
Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit
Apertura in forte calo per le borse europee sulla scia della pessima chiusura delle piazze asiatiche ed il crollo del prezzo del petrolio, con quasi tutti i titoli dell’indice FtseMib che non fanno prezzo in avvio di seduta per eccesso di ribasso.
L’Unione europea accoglie la richiesta del governo italiano, costretto ad alzare il rapporto deficit/Pil per far fronte all’emergenza coronavirus e “loda gli sforzi del governo e del popolo, che stanno contribuendo in modo considerevole a contenere la diffusione del Covid-19 nell’Unione.
Banche – ABI: sta richiamando l’attenzione delle autorità europee ad allentare le regole sui crediti problematici per almeno 6 mesi per far fronte alle conseguenze economiche dell’epidemia di coronavirus.
Intesa Sanpaolo (EUR 1,9772): la banca ha depositato venerdì presso Consob il documento dell’offerta pubblica di scambio su Ubi Banca. Intesa non aumenterà il prezzo della sua offerta su Ubi, ha detto l’AD Messina, aggiungendo che se si dovesse raggiungere solo il 50,1% di adesioni all’offerta la banca andrebbe comunque avanti con l’operazione.
Telecom Italia (EUR 0,4321): la Commissione UE ha dato via libera condizionato all’accordo con Vodafone sull’integrazione delle torri di telefonia mobile di quest’ultima in INWIT. L’Antitrust ha multato Tim per EUR 116 mln per aver ostacolato lo sviluppo della fibra. TIM ha annunciato che farà ricorso al Tar contro la sanzione che ritiene ingiustificata.
La piazza azionaria di Wall Street ha chiuso la settimana in ribasso, con il Dow Jones in calo dello 0,98%, S&P 500 -1,71% e Nasdaq100 -1,63%, in un contesto che vede il bilancio dei contagi da coronavirus a livello globale superare le 100.000 unità e gli investitori rifugiarsi in asset sicuri come obbligazioni e oro. L’epidemia di coronavirus ha paralizzato le catene di approvvigionamento e portato a un netto taglio delle previsioni di crescita economica globale per il 2020. I rendimenti dei Treasury a 10 anni hanno toccato i minimi storici. Sotto pressione i titoli bancari sensibili ai tassi. Nonostante il tentativo della Fed di sostenere i mercati finanziari tagliando i tassi d’interesse, l’indicatore di volatilità di Wall Street ha segnato il suo rialzo maggiore di sempre in questo trimestre. I titoli energetici, infine, hanno riportato forti perdite, sulla scia di un netto calo dei prezzi del petrolio.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo precipita del 5,07%, al minimo di chiusura in oltre un anno. A trascinare al ribasso le borse asiatiche è, oltre al fattore coronavirus, il flop della riunione a Vienna tra i paesi Opec e non Opec. Hong Kong cede il 4,5%, Shanghai -3%, il Kospi coreano -4,19%. Tonfo anche per la borsa di Sidney (-7,33%) e Singapore cede oltre il 4%. In forte calo ovunque i titoli legati al petrolio.
Germania: balzo ben oltre le attese della produzione industriale. A gennaio la produzione tedesca ha mostrato un aumento del 3% rispetto al mese precedente (quando era scesa del 2,2%), oltre il +1,7% atteso dagli analisti. La bilancia commerciale tedesca peggiora a inizio anno ma meno del previsto, evidenziando un surplus commerciale di EUR 18,5 mld contro i EUR 19 mld di dicembre ma sopra i EUR 15,4 mld attesi. Le esportazioni sono rimaste ferme (0%) mentre le importazioni sono cresciute dello 0,5%.
Cambi: dollaro e valute più sensibili ai corsi della materie prime in calo, sulla scia della caduta libera del greggio. Nei confronti del biglietto verde balza al record da 3 anni lo yen, in forte rialzo anche l’euro: Eur/Usd sale a 1.14.
Commodities: il petrolio cede il 24% stamane (Wti a USD31,50 al barile, ai minimi dal 1991) dopo che al vertice di Vienna le controparti non hanno raggiunto un accordo sui tagli all’offerta da lanciare, con la Russia che ha detto no alla proposta dell’Opec di tagliare l’offerta di ulteriori 1,5 mln di barili al giorno, a partire da aprile fino alla fine dell’anno. L’Arabia Saudita ha così deciso di varare sconti massicci ai prezzi di vendita ufficiali del proprio petrolio, scatenando l’avversione al rischio sui mercati, che ora paventano una guerra dei prezzi sul mercato petrolifero.
Obbligazionario: il Bund future segna stamane un rialzo di 103 tick a quota 177,55, mentre lo spread Btp/Bund 10y è salito 213 pb, con il tasso del Btp decennale che rende l’1,30%. Il Tesoro annuncia tipologia e quantitativi di Btp in asta il prossimo 12 marzo. Venerdì sera a mercato chiuso il Tesoro ha annunciato che all’asta Bot in agenda dopodomani offrirà titoli a dodici mesi per 6,5 miliardi di euro contro un pari importo in scadenza.
Macroeconomia: termometro della fiducia dei consumatori, l’indice Sentix di marzo dovrebbe subire una brusca caduta a -11,1 rispetto al 5,2 di febbraio.
Redazione
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